martedì 1 luglio 2008

61 ordinanze di custodia cautelare


61 ordinanze di custodia cautelare in Sicilia, 31 in Calabria. Ricostruiti ultimi anni di attività SIRACUSA Due operazioni antimafia sono in corso dalle prime ore di questa mattina in Calabria e Sicilia. La prima, denominata «Nemesi», nel siracusano, contro i clan che agiscono nelle zone di Avola, Noto e Pachino. Agenti della polizia di Stato di Siracusa e del commissariato di Avola, coordinati dal procuratore aggiunto Ugo Rossi, della Direzione distrettuale antimafia di Catania, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di 61 persone, comprese personalità di spicco delle cosche locali. Sono 55 gli arrestati ma gli indagati sarebbero complessivamente circa un centinaio. Alcuni dei provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti anche in Lombardia e nelle Marche, a conclusione di indagini avviate dal commissariato di Avola nel novembre del 2004. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni, all’illecita concorrenza mediante violenza o minaccia, al traffico di cocaina, hashish e marijuana, alla gestione di bische clandestine, nonchè sequestro di persona, tentato omicidio e porto di pistole, rivoltelle ed esplosivi. Le indagini avrebbero permesso di individuare il ruolo di vertice di alcuni degli arrestati, che sarebbero organici al clan mafioso Trigila, che storicamente opera nella zona sud della provincia di Siracusa e che fa parte del più vasto cartello criminale denominato Aparo-Nardo-Trigila, legato a sua volta a Cosa nostra di Catania. Reggio Calabria Un'altra operazione in provincia di Reggio Calabria, denominata «Alba e tramonto», è giunta al termine di due anni di indagini coordinate dal pm della Dda reggina Roberto Di Palma, che ha chiesto al gip Katia Tassone l’emissione di 31 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate di avere fatto parte di un'organizzazione criminale dedita al traffico di droga. Il traffico sarebbe avvenuto, per quanto riguarda la Calabria, in provincia di Reggio, e poi in altre tre regioni: Lazio, Toscana e Piemonte. A gestirlo, secondo quanto è emerso dalle indagini del commissariato di Polistena e della squadra mobile di Reggio Calabria, sarebbero state alcune cosche della ’ndrangheta della fascia tirrenica della provincia reggina. Tra le persone arrestate vi sono presunti affiliati alle cosche Nirta-Strangio di San Luca, Petullà-Ladini di Cinquefrondi e Squillace di Polistena. http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200807articoli/34350girata.asp
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