Dal Pci all' Interporto la brillante carriera dell' 'Elegantone'.
Repubblica — 10 marzo 2009 pagina 10 sezione: TORINO
DI LUI tutti, e non solo le donne della Margherita e poi del Pd, dicono cheè elegante. Anzi, "l' Elegantone", come qualcuno lo aveva ribattezzato quando frequentava l' ala laica dei "rutelliani" subalpini, guidata da Gianni Vernetti e da Paolo Peveraro. Quegli "spezzati" con le giacche di stoffa ingleseei pantaloni in tono, quelle cravatte ardite nei colori ma mai banali, quelle sciarpe morbide e avvolgenti. E poi? Anche intelligente, anche astuto e anche spregiudicato? A questo punto, i giudizi su Alessandro Di Benedetto da Lentini (Siracusa), anni 49, titolo di scuola media superiore, ex imprenditore della moda (con una moglie dirigente del Gruppo "Prada" a Milano) diventano politicie divergenti. C' è chi lo liquida così, brutalmente: «Un mediocre, niente di speciale. Ecco perché diventa incredibile pensare che possa averla fatta grossa. Lui? No, al massimo potrebbero averlo usato...». E c' è chi, invece, scommette comunque sull' uomo Di Benedetto: «Stupido non è, per nulla. Altrimenti non sarebbe lì, al Sito di Orbassano». A questo punto, si sarebbe detto nel Pci di una volta (il suo primo partito), ecco consolidarsi due diverse scuole di pensiero sulla vera natura dell' Elegantone. Entrambe alimentate da quel giudizio sulla "non stupidità" di Alessandro Di Benedetto, ma ben distinte quanto alle conclusioni. La prima, in fondo, giunge alle stesse valutazioni dei detrattori della sua intelligenza: «Guai non ne ha combinati di certo. Sì, arriva dal Pci e poi è stato nel Pds, ma non dimenticatevi che alla fine è diventato uno di Di Pietro, uno convinto. Se avesse sentore di qualcosa di marcio, sarebbe il primo a denunciarlo». La seconda usa tutti gli eufemismi e le cautele possibili, ma sotto sotto affonda il colpo: «Scemo no, e furbo quanto basta. Vedremo, lasciamo lavorare i magistrati, diranno loro se a Orbassano tutto filava per il verso giusto...». Vero? Falso? Difficile trovare risposte seguendo soltanto i refoli del gossip. Certo è che la piccola carriera politica dell' Elegantone è tranquilla e normale quanto alle cariche istituzionali, un po' più tormentata per quanto riguarda la militanza in questo o in quel partito. La prima uscita ufficiale è a Nichelino, il suo posto e il suo feudo politico da sempre. Prima in Consiglio comunale e poi, tra il 1995e 1998, addirittura vicesindaco, quando il Pci già non esiste più ed è nato il Pds. Niente da ricordare e niente da lamentare, almeno al di fuori della cinta di Nichelino. Ma intanto l' ex vicesindaco è stato attratto dal giacobinismo dell' ex magistrato di Mani Pulite («È la riprova della sua onestà», spiegano i suoi difensori) e con Di Pietro arriva persino l' approdo in Regione, anche se a vincere nel 2000 sono ancora una volta Enzo Ghigo e i berlusconiani. Anni di battaglie, dentro e fuori Palazzo Lascaris: sì, anche fuori, perché Alessandro Di Benedettoè nello stesso tempo consigliere regionalee presidente regionale dell' Adusbef (una delle più importanti associazioni dei consumatori italiani) e vicepresidente nazionale. A leggere le sue proposte di legge presentate in Regione, ecco emergere soprattutto quelle che riguardano le indennità e i compensi dei consiglieri, mentre le interpellanze più divertenti sono quelle "sugli acquisti di pigiami e mutande" per le Molinette. Intanto, però, la politica italiana del centrosinistra ha subito l' ennesima accelerazione. Col tracollo del primo governo Prodi nasce il "Partito dell' Asinello": dentro ci stanno proprio i seguaci del "professore" guidati da Arturo Parisi e tutti quelli di Di Pietro, Di Benedetto compreso. Quando poi l' Asinello muore e confluisce nella Margherita di Rutelli, l' Elegantone abbandona l' ex pm e va con Vernetti e Peveraro in quell' area laica nella quale confluiscono anche gli ex socialisti di Giusi La Ganga e qualche ex Ds chiacchierato, come l' ex sindaco di Borgaro Giuseppe Vallone. Un' alleanza sfortunata se è vero che nel 2005 Di Benedetto non torna a Palazzo Lascaris per meno di cento voti: lo scavalca il "popolare" Stefano Lepri. Lui reagisce, presenta ricorsoe ha anche buone possibilità di vincerlo. Ma all' improvviso ritira tutto e dopo qualche giorno si scoprirà il perché: Mercedes Bresso lo nomina presidente di "Sito", tra qualche risolino incredulo e più di una battuta. Il resto è la rottura con i rutelliani, l' approdo dietro La Ganga verso l' alleanza con i popolari di Gianfranco Morgando e la "Sinistra per" di Placido, Esposito e Chiama. Sarà la sconfitta di Gianluca Susta alle "primarie" veltronianee soprattutto di Sergio Chiamparino nell' area torinese. Proprio per questo, da alcuni giorni, nel pettegolezzo cittadino sono in molti a interrogarsi sui commenti del sindaco riguardo alla (per ora) piccola tormenta giudiziaria nella quale sembra essersi infilato l' Interporto di Orbassano. Da altrettanti giorni, però, Chiamparino tace su questa vicenda, sia in pubblico che in privato. Mentre nel Pd, c' è chi (come l' ultimo segretario regionale dei Ds, Sergio Soave) comincia a riflettere sull' opportunità o meno di inserire l' Elegantone nella lista delle provinciali di giugno a sostegno di Antonio Saitta. - ETTORE BOFFANO
Si ringrazia:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/03/10/dal-pci-all-interporto-la-brillante-carriera.html
martedì 16 marzo 2010
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Anche io ho la licenza media inferiore... Com'è che non riesco a fare cariera politica??? Forse perchè non ho gli agganci giusti! ;)
RispondiEliminaehilà... venivo a te da youtube... dopo aver ricevuto un tuo messaggio, per collegarmi al tuo blog.. ma ci sono già!
RispondiEliminaok, dai, facciamo così.. ora ci sono al cubo!
; )
poveri, belli e buoni.. cosa vuoi di più?!