giovedì 15 aprile 2010
17 aprile manifestazione per chiedere le dimissioni del presidente lombardo
Il 17 aprile è stata indetta una manifestazione a palermo per chiedere le dimissioni del presidente Lombardo, il quale risulta indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Le indagini della magistratura che vedono coinvolto il presidente della Regione Lombardo e altri referenti istituzionali, così come l’arresto dell’arch. Liga e lo scioglimento per infiltrazioni mafiose di diversi comuni siciliani, destano profondo allarme e confermano l’esistenza di profonde zone grigie di contatto tra potere politico e ambienti collegati alla mafia.La sintonia con il governo nazionale nella demolizione della sanità pubblica e della scuola, l’assenza di un qualsiasi intervento sulle gravi questioni della crisi economica e occupazionale, la politica inutile delle grandi opere a fronte di un territorio martoriato dalle frane e dal dissesto idrogeologico, il falso avviarsi di riforme mirate alla sola privatizzazione dei beni comuni e all’inserimento di nuove strutture e consulenze per ingrandire il bacino dei favoritismi, manifestano l’incapacità del governo Lombardo a far uscire la Sicilia da uno stato di crisi ormai strutturale e dal sottosviluppo che implica l’assoggettamento e il ricatto di intere fasce sociali a logiche clientelari. Questa situazione,, non può che agevolare l’insinuazione di interessi affaristici riconducibili a Cosa Nostra.Chi continua ad appoggiare questo governo facendo da stampella al tutt’ora intatto sistema politico-clientelare, si rende complice di esso.La natura clientelare del sistema di potere regionale implica l’assoggettamento e il ricatto di intere fasce sociali. La manifestazione del 17 non è solo mirata a Lombardo, ma è anche per dire basta a questo tipo di sistema. con la protesta del 17 chiediamo:
Le dimissioni immediate del Presidente della Regione e lo scioglimento dell’Assemblea regionale per non compromettere definitivamente il futuro di questa terra;
Nuove elezioni per l’avvio di una fase di rinnovamento delle politiche regionali
La centralità della dimensione etica nella politica a partire dall’esclusione dalle liste elettorali di candidati indagati e/o collusi con la mafia.
Lezione che Paolo Borsellino tenne il 26 gennaio 1989 all'istituto tecnico professionale di bassano del grappa:
"L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto. E no, questo discorso non va perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire, beh, ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato quindi è un uomo onesto. Il sospetto dovrebbe indurre soprattutto i partiti politici quantomeno a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti anche se non costituenti reati.”
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