giovedì 26 febbraio 2009

La fabbrica delle malattie


La fabbrica delle malattie (di Marco Lillo) Combatterò le ineguaglianze sociali, i problemi dei più deboli, degli invalidi... Il ministro delle Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo, ha le idee molto chiare. Per realizzarle non deve andare lontano. Sarebbe sufficiente che poggiasse lo sguardo sui casi umani della sua azienda, la Ved di Siracusa. Per esempio sui tre operai che hanno avuto figli con malformazioni congenite. O su quelli che non hanno mai fumato una sigaretta e che dopo dieci anni anni di stabilimento si ritrovano la polvere nei polmoni. Coicidenze. E' la risposta che gli operai si sono sentiti opporre dal padre del ministro, Giuseppe Prestigiacomo, fondatore e amministratore dell'impero della vetroresina. Ma a volte le coincidenze sono sospette. Nella fabbrica della famiglia Prestigiacomo si lavora in condizioni di sicurezza che sono oggetto di un'inchiesta della Procura di Siracusa. Il sostituto Maurizio Musco procede per lesioni contro papà Prestigiacomo e altri dirigenti. Due dipendenti hanno denunciato la società dopo aver fatto delle analisi ai polmoni. Tre mesi fa la Polizia è entrata in ditta riscontrando una serie di violazioni. Gli operai si feriscono gravemente e muoiono con frequenza inquietante. La settimana scorsa è morto un dipendente di una delle aziende del gruppo, la Coemi,cadendo da un traliccio mentre lavorava. Pochi mesi prima un altro era rimasto gravemente ferito alla Ved. Ma la vicenda più inquietante, finora passata sotto silenzio, è quella delle malattie congenite dei bambini. Tutto comincia nel 1993, quando Sebastiano Guzzardi, un operaio di 36 anni, scopre che suo figlio ha una malformazione congenita dell'uretere che fa tornare i veleni del suo corpo al rene, danneggiandolo. Dopo due operazioni è tornato alla normalità. Ora ha sette anni e conduce una vita serena, anche se il rene è danneggiato e deve essere soggetto a controlli frequenti. Il suo caso non è isolato. Tre anni dopo, un collega di Guzzardi, Giovanni De Cillis si ritrova nella stessa situazione: suo figlio nasce con una malformazione dell'uretere. Anche lui ha la febbre e il reflusso urinario. Anche lui è operato a Vicenza. Il tarlo che ronza nella testa dei due papà diviene un rombo un anno dopo. Nello stesso reparto della fabbrica, un caposquadra li chiama in disparte e confida: "mio figlio ha il reflusso dell'uretere". Un incubo, un serial killer senza volto. Non passa un anno e un altro operaio ha una bambina che gli nasce con la febbre e problemi alle vie urinarie. A questo punto Sebastiano Guzzardi pensa che la misura sia colma. Cerca una risposta ai suoi dubbi dal padrone, Giuseppe Prestigiacomo, e dalla Asl, ma niente. Solo la Cgil lo aiuta e lo fa eleggere rappresentante sindacale in azienda. Sempre la Cgil avvia una campagna per migliorare le condizioni di lavoro in fabbrica, ma la famiglia Prestigiacomo non apprezza. Il 14 maggio la Ved spedisce a Sebastiano Guzzardi una lettera minacciosa: "Poiché ravvisiamo in tali gratuite e infondate osservazioni un chiaro proposito diffamatorio, stiamo valutando l'ipotesi di una denunzia penale a suo carico". Eppure la richiesta di comprare gli aspiratori per tutelare i polmoni dei dipendenti non era campata in aria. Dopo le indagini della procura, pochi giorni fa, gli aspiratori sono stati installati. Eppure le sostanze usate per produrre la vetroresina potrebbero avere un legame con le malattie. Alcuni operai ricordano per esempio che in fabbrica in passato si usava una sostanza chimica denominata dimetil anilina. La faccenda è delicata, e per capirlo basta sentire una delle massime esperte del settore, la dottoressa Fiorella Belpoggi, ricercatrice della Fondazione Ramazzini di Bologna: "Questo tipo di sostanze può causare tumori delle vie urinarie. Quanto alle malformazioni della prole, la scienza non ha ancora detto una parola definitiva. Sono in corso degli studi sugli animali, tuttavia di fronte a una serie di casi ravvicinati, non mi sento di escludere una correlazione. Ci vorrebbe uno studio approfondito". Uno studio che la famiglia Prestigiacomo ha evitato di fare. Sembra che si voglia rimuovere il problema. L'azienda è arrivata a negare una settimana di ferie, trasformata in cassa integrazione, a un lavoratore che chiedeva di stare vicino al figlio durante l'intervento. Un altro operaio ha avuto due figli nati con alcune dita delle mani attaccate. L'operaio chiese un prestito da trattenere in busta paga per la seconda operazione, ma gli fu opposto un rifiuto. Solo grazie a una colletta dei colleghi il bambino è stato operato. E Stefania Prestigiacomo? Sebastiano Guzzardi, oltre a essere un suo dipendente, è anche cugino di secondo grado. Ma appena la mise a parte del suo dubbio, l'attuale ministro cambiò tono: "Non pensarle nemmeno certe cose. Sai quanti miliardi spendiamo noi per la sicurezza? Il lavoro non c'entra nulla". Nessuno ha certezze in questo campo. Ma proprio per questo le istituzioni sanitarie dovrebbero verificare. Eppure nessuno si muove. I Prestigiacomo a Siracusa sono abituati a non rendere conto. Gli stabilimenti incriminati in precedenza erano in dotazione della Sarplast, l'azienda di famiglia fallita nel 1997 perché oltre a non pagare i creditori non seguiva gli ordini del giudice. Al crac è seguita un'indagine per bancarotta fraudolenta. Secondo i giudici "la società ha compiuto atti diretti a frodare le ragioni dei creditori e ha accultato attivo". Il procuratore capo di Siracusa, Roberto Campisi ha scoperto decine di miliardi finiti alle controllate estere o usati per pagamenti preferenziali alle banche amiche, e ha iscritto nel registro degli indagati una ventina di amministratori. Eppure i Prestigiacomo continuano a lavorare negli stessi locali, con gli stessi macchinari e gli stessi operai, avendo cambiato solo la struttura societaria. E Stefania? Quali responsabilità ha? In qualità di socio di maggioranza relativa della holding di famiglia (21,5 per cento) è il principale beneficiario della bancarotta ipotizzata dai magistrati, ma non è perseguibile perché non ha incarichi esecutivi. Quanto alle condizioni sanitarie, anche qui non esiste una sua responsabilità diretta. prima di lasciare l'azienda era un dirigente senza rappresentanza: "Mi occupavo delle forniture, dalla carta igienica alle gru", ha raccontato al Sole 24 Ore. (L'Espresso, 25 ottobre 2001)
Questo era quello che succedeva all'interno dell'azienda, nella voce polo petrolchimico siracusano di Wikipedia quello che succedeva (e succede) invece all'esterno delle aziende. Era il 2001 e Stefania Prestigiacomo si era fatta tutta la sua bella gravidanza a Roma non facendosi mai vedere in Sicilia... però non pensate male, avrà avuto sicuramente moltissimo da fare... io l'ho incontrata una volta, all'aereoporto di Catania, sarà stato il 2003 credo. Era una domenica sera. Ricordo che la incontrai all'ingresso saranno state le otto di sera più o meno, il mio aereo partiva verso le nove. In partenza c'erano (nell'ordine) un Firenze, un Verona, un Milano e un Roma. Facciamo il check-in e aspettiamo un tempo indefinibile che arrivi il pulmino per salire a bordo. Poi aspettiamo un tempo indefinibile in aereo... insomma il Roma era "dovuto" partire per primo e gli altri avevano dovuto mettersi in coda facendo saltare tutti gli orari e per qualcuno anche le coincidenze. Arrivai a Firenze che era poco prima dell'una di notte e meno male perché all'epoca l'aereoporto di Firenze dopo una certa ora chiudeva e in caso di ulteriore ritardo saremmo stati dirottati su Pisa. Questo ricordo non c'entra niente lo so... ma mi è venuto in mente quando riscrivevo la frase "sono abituati a non rendere conto" ...
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sabato 21 febbraio 2009

Siracusanews vs G8alternativo


Nel sito siracusanews è comparsa una foto che ritrae resti di un animale, accompagnata da una lettera di un lettore che attacca duramente la chiesa e il parroco di bosco minniti, dato che dichiara che la foto proviene dal cortile della chiesa.
La lettera, già fa stupore dal fatto che ci sia un siracusano che contesta qualcosa, ma fa pensare anche ad un attacco mirato verso la chiesa, come se si aspettava qualsiasi cosa per attaccarla.
Può essere che l'indifferenza e il razzismo, sia cosi forte nei riguardi di chi cerca di aiutare persone che hanno bisogno di un qualsiasi aiuto, o forse semplicemente si è disgustati per il fatto che un luogo sacro come la chiesa venga infangato cosi?!
Quello che non si spiega, è il perchè non si parli, non si documenti in questo modo, fatti più seri come il g8 ad aprile. Invece di sbandierare felicemente che si stanno sistemando alcune strade, (che poi questa cosa dovrebbe essere normale, e non bisognerebbe aspettare il g8 di turno) perchè non ci si concentra in cose più importanti, come il triangolo della morte (Targia-Priolo-Agusta), o perchè non si approfondiscono gli interessi della Prestigiacomo....in realtà gli argomenti sono svariati, e più importanti di una pecora morta, ma forse è più semplice per tutti attaccare un prete e quattro disperati, e prendere in giro con le quattro strade sistemate per il g8.
Fortunatamente cè chi pensa a un g8 alternativo, occasione per chi non è in primo piano, per farsi vedere e per prospettare ad un interesse personale, sfruttando le poche persone che ancora credono al cambiamento con questo "sistema", e magari distrarre con altre tecniche la cruda realtà.
E gli onesti? e chi comprende il "sistema"? stanno in mezzo a guardare, senza fiducia, perchè comprendono tutto, comprendono troppo. Sicuramente bisogna partire da loro, per bloccare questo sistema corrotto, ma a Siracusa ci sono persone senza interessi? ci sono veramente persone che fanno qualcosa senza avere niente in cambio?

martedì 3 febbraio 2009

Io sono Giuseppe Gatì


Ho avuto l'onore di parlare con te, ma non ti ho ringraziato per quello che hai fatto per noi tutti. grazie. dovunque tu sia, continua ad aiutarci...
Ho avuto la possibilità di parlarti, ma non ti ho detto nulla. Sai quante volte ho cercato e continuo a cercare un siciliano come te, con il coraggio di dire come stanno le cose, con il coraggio di non avere paura di mafiosi organizzati, che possono essere politici, criminali, o persone comuni che hanno dentro di se il marcio di questa società, hanno dentro di se la mentalità mafiosa.
Conosco la mia terra, sono sicuro che questo schifo può essere sconfitto. Continuo ad aspettare giovani come te con il coraggio di parlare.